Se c’è una cosa che noi mamme compreremmo a volte a peso d’oro quando scarseggia è proprio lei: la pazienza!

Come sapete io ho due bambini, di due e cinque anni. Giulio, il piccolo, è in un momento in cui se lo si rimprovera si impunta e di proposito fa peggio, piange, si butta a terra se non ottiene ciò che vuole. Francesco, più grande, capisce il rimprovero ma, non subito e non sempre fa quello che gli si è detto di fare e senza che lui abbia prima puntato un pó i piedi. Ma essendo più grande cerchiamo di farlo ragionare, con Giulio ancora non si può.
Intanto, io penso sia importantissimo non cedere se riteniamo qualcosa sbagliata, solo perché stanno piangendo o stanno facendo i capricci.
Con bambini piccoli come Giulio, o ancora più piccoli, è difficile far capire il perché di un no. Ma se stanno facendo qualcosa che non va, qualcosa per cui potrebbero farsi male ad esempio, è giusto dire no, anche se sono piccoli e ancora non lo capiscono.
Giulio è in una fase in cui sa cosa è un no, ma cerca di sfidarci perché, crescendo e sviluppando il suo carattere, vuole averla vinta. Così di solito dico di no e se inizia a piangere non vado da lui a dirgli “ti do quello che vuoi così smetti” . Almeno che non sia un bisogno naturalmente! Cerco invece di parlargli dicendogli che” capisco che sei arrabbiato ma ciò che vuoi non lo può avere”. Cerco di abbracciarlo e lui piano piano si calma. Allo stesso modo se siamo a tavola e lui fa qualcosa che non deve fare. Dico di no in modo fermo e poi in modo cauto che va tutto bene, ma quella cosa non deve farla.
Francesco invece ha cinque anni. È nella fase in cui inizia a sentirsi “grande”. Ed è importante distinguere bene i ruoli. Far capire che noi siamo i genitori e se diciamo no è per il loro bene. È importante il dialogo. Spiegare il perché di un no e le conseguenze del loro comportamento.
Ma torniamo a noi. Dove trovare la pazienza per tutto questo?
Io ho parlato dei miei bambini e delle loro età, ma ogni età ha i suoi “problemi” e le sue difficoltà. Penso che le difficoltà maggiori si hanno durante l’adolescenza. Quando gli ormoni fanno la loro parte e spesso vediamo i nostri figli cambiare e mutare. A volte non li riconosciamo più!
Ma come fare?
Ecco, io penso che ciò che possiamo fare è innanzitutto fare un gran lavoro su noi stessi! Un lavoro che richieda costanza e impegno. Tutti i giorni.
Cerchiamo di ricordarci che il modo in cui noi parliamo, camminiamo, viviamo, incide sul comportamento dei nostri figli.
Se noi gridiamo, loro grideranno, se noi alziamo le mani, stiamo insegnando ai nostri figli che le cose si risolvono alzando le mani. E così via..
E allora cosa fare?
Respiriamo… Soprattutto in quei momenti in cui sentiamo davvero la pazienza correre e scappare via.
Respiriamo… Cerchiamo il dialogo. Cerchiamo di farli sentire capiti, ma allo stesso modo cerchiamo di spiegare il perché di un nostro no o di un nostro rimprovero.
So che è difficilissimo soprattutto in certi momenti, ma cerchiamo di far passare avanti l’amore. Cerchiamo prima di tutto di farli sentire amati. Cerchiamo sempre di far capire che se vogliono una cosa che non si può fare, non la devono ottenere per forza. Ma spieghiamo sempre il perché, senza cedere.
Molti utilizzano le punizioni, ecco io noto che non sempre le punizioni servono. Anzi a volte creano solo più tensioni e attriti tra figli e genitori. Soprattutto se date senza un giusto dialogo, senza uno scambio di opinioni. Non servono così!
Il lavoro del genitore è davvero il più difficile, da tutti i punti di vista. E noi abbiamo un compito importantissimo, quello di crescere gli uomini e le donne di un domani.
E dei bambini cresciuti con ” i no al loro posto” ma cercando di usare pazienza, comprensione e amore, saranno persone che faranno lo stesso da grandi.
I figli sono il nostro specchio, non dimentichiamolo mai.