Scrivo… (Buon terzo compleanno abbracciamocimamme!Buon anno a tutti!)

Ciao ragazzi! Ciao mamme, ciao papà, ciao nonni, ciao zii, ciao a tutti! Eccomi, dopo uno stop di tanti mesi, sono riuscita a scrivere di nuovo sul mio blog. Complice un giorno in cui sono a casa dal lavoro, complice la voglia che sento dentro di augurarvi un buon anno e di non perdermi e lasciar passare il compleanno del blog! Si perché, oggi è il terzo compleanno di abbracciamocimamme! Questo blog che da quando è nato ha dato tanto a voi, ma anche a me. Questo blog che ultimamente ho messo di lato, per lavoro e per non toglier tempo di conseguenza alla mia famiglia che è sempre al primo posto, ai miei bambini. Mi è mancato scrivervi e sentirvi, ma è giusto penso, mettere le priorità nel giusto modo.

Amo il mio lavoro, aiuto mamme e papà con i loro bambini, mi sento come se stessi mettendo in pratica e dal vivo ciò che provavo a far qui con il mio blog e con chi mi leggeva.

Mi sento realizzata.

Ma sentirvi, consigliarvi, scrivere, donare e allo stesso modo ricevere gratuitamente da voi, mi manca.

Qualcuno mi ha chiesto se lo avessi cancellato! Ma come potrei? I miei articoli sono e saranno sempre qui, come lo sarò anch’io. Non potrei mai promettervi di essere presente come un tempo, ma se mi scrivete, ci sarò sempre! E mai con la pretesa di essere superiore o di sapere, ma con una parola al sapore di carezza, di conforto, di appoggio, di abbraccio.

Scrivo anche per augurarvi un buon 2023! Vi auguro, come lo auguro a me stessa, che quest’anno possa essere un anno dove la Speranza e l’Amore vero trionfino, dove i cuori vengano consolati e le ferite lenite e rimarginate, dove i Sogni diventino certezze.

Non sappiamo quale ostacolo il domani della vita ci porrà davanti, ma possiamo e dobbiamo sforzarci di vivere bene l’oggi, guardando al futuro con speranza. Ricordandoci che, ogni granello di bene seminato, produrrà i suoi frutti, prima o poi.

Io vi prometto che ritornerò a scrivere di più, che abbracciamocimamme continuerà a fare del bene, o almeno a provarci!

Buon compleanno caro mio blog, grazie a tutti voi che continuate a esserci!

Buon 2023!

A presto!

Valeria

Mamma vado a scuola

È settembre, tempo di riprese. Inizia anche una delle istituzioni più importanti della nostra società: la scuola.

Ondate di bambini, ragazzini e ragazzi riempiono gli androni, mentre i genitori emozionati osservano il rientro.

C’è chi è felice di ricominciare, chi meno. C’è chi non vedeva l’ora di incontrare i compagni, chi preferiva stare in vacanza.

Ed ecco i più piccoli, accompagnati per mano da genitori spesso più spaventati di loro che cercano di non darlo a vedere. Al loro ingresso e ai primi pianti si sentono in colpa, pur sapendo di fare la cosa giusta lasciandoli.

Non ho potuto scrivere questo articolo l’anno scorso ed ho deciso di farlo adesso, per accompagnare voi genitori dei più piccini in questo nuovo inizio.

Sei pronta, mamma, a questo cambiamento così importante per il tuo bambino? Sei tranquilla? Perché sai, se tu lo sei ,lo sarà anche lui. E se capiterà che lui pianga, vedendo te serena, capirà presto che la scuola è un posto magico dove si impara, dove si fanno nuove amicizie e giochi, un posto che lo accompagnerà e lo farà crescere bene.

Guidato da te e dal papà, negli anni, svilupperà tantissime abilità!

Ma tu, cara mamma ,sei pronta ad affidare il tuo piccolo alle sue insegnanti, a fidarti di loro?

Tu che da tre anni vivi in simbiosi con lui, sei pronta a lasciarlo spiccare il volo?

Sei pronta a vederlo diventare un piccolo ometto che ti renderà orgogliosa?

Ricorda sempre che, tu sei lo specchio dove lui si riflette, dove lui attinge la sua sicurezza e tranquillità.

Sarà un cambiamento forte, ma sarà uno dei più belli e importanti della sua vita.

Il primo di tanti primi giorni di scuola. Quelli che ricorderà con piacere e nostalgia da grande, quelli dagli abbracci ritrovati e dai tuoi baci di in bocca al lupo che porterà sempre con se.

Buon inizio anno scolastico a tutti gli alunni e a tutti gli insegnanti, a voi genitori. Lavorando e cooperando insieme verranno fuori capolavori!

Mamme e protezione solare: bambini protetti!

Sai qual’è il giusto modo per proteggere noi e soprattutto i nostri bambini dai raggi del sole? Agnese Denaro è un’ operatrice del benessere specializzata in estetica avanzata e oncologica. In questo articolo spiega il modo corretto da usare durante le calde giornate estive in riva al mare.

Buona lettura!

Per proteggere i bambini dal sole la crema non basta!
Quali precauzioni adottare quando bambine e bambini si espongono al sole? Con la bella stagione si ha finalmente l’opportunità di stare all’aria aperta e spesso tanti genitori mi chiedono come proteggere i loro figli dal sole senza rinunciare ai suoi preziosi benefici, come l’azione della vitamina D, necessaria per la salute delle ossa e non solo. Il Ministero della salute è da sempre molto attento al tema e ci suggerisce di usare sempre una protezione molto alta: 50 o 50+ in tutti i fototipi. La crema non basta! Il Ministero, così come le linee guida internazionali, prescrivono di non esporre al sole diretto i bambini fino a 6 mesi. Fino a 2/3 anni la crema solare è soltanto al terzo posto tra i consigli indicati, preceduta, appunto, dal fatto di tenerli all’ombra e non esporli al sole diretto nelle ore calde. E ancora, vestirli con un tessuto che filtra i raggi UV ( in assenza anche una maglietta bianca) cappellini a tesa larga, occhiali da sole e costumi che coprono bene la spina dorsale(sia per maschietti che per femminucce). É importante anche applicare la giusta quantità di crema, infatti il numeretto che indica il fattore di protezione SPF viene misurato utilizzando un certo quantitativo di crema: circa 2milligrammi per cm2. Per l’adulto si utilizza circa 30gr di crema per applicazione (circa un sesto di un flacone da 200ml), per un bambino 10grammi, da spalmare con accuratezza, meglio usare un prodotto fluido e in spray. In caso di creme più fluide si consiglia una maggiore quantità da applicare con frequenza di circa 2 ore e sempre dopo ogni bagno, ma anche se il bambino si rotola nella sabbia. Ricordo inoltre che è bene non adoperare creme solari “avanzate” dalla stagione precedente e di tenere il flacone sempre in un posto fresco, magari in una borsetta refrigerante per garantirne l’efficacia. Le aziende sono sempre molto attente e severe in materia di creme solari, perché il rischio di un prodotto fatto male non è soltanto una leggera irritazione momentanea ma anche l’aumento delle probabilità di un futuro melanoma. Per i bambini e i ragazzi più grandi è preferibile usare 50+ alle prime esposizioni e man mano che la pelle si colora si può optare per protezioni più basse, ma mai sotto gli SPF30. Per ultimo ma di vitale importanza è giusto mantenere sempre ben idratata la pelle di grandi e piccini, quindi assolutamente si a doposole e crema idratante, soprattutto in caso di dermatite. Consiglio di usare sempre detergenti e saponi a base oleata.

Mamme e scelte

Ogni persona fa le sue scelte nella vita. Esse possano essere più o meno dettate dal cuore, ma condizionano la nostra esistenza.

Tutti vorremmo essere liberi di decidere, ma capita a volte di non poterlo fare. Allora cerchiamo di capire qual’è la soluzione migliore, quale sia il modo di affrontare meglio il tutto.

Abbattersi non serve. Possiamo cadere, ma poi dobbiamo tirarci su, lottando per ciò che vogliamo. Tutti, chi più chi meno, facciamo questo, ogni giorno.

Siamo diversi, ma aspiriamo a far bene. E spesso il bene per nostre vite, non coincide con quello degli altri. Ognuno percorre il suo sentiero, ognuno nelle sue scarpe. E non abbiamo una bussola, ma solo una direzione da scoprire: quella che ci indica il cuore.

Eppure, nonostante siamo così diversi tra noi, siamo anche simili nelle emozioni. Tutti proviamo angoscia nel sentirci persi o felicità nel ritrovarci. E nonostante questo, non riusciamo quasi mai a tenere gli occhi fissi nel nostro cammino, provando magari a sostenere con una parola di conforto o con un gesto concreto chi ci sta accanto, ma siamo bravissimi a giudicarlo nelle sue scelte!

Perché a volte, ci ritroviamo a farne di inconsuete. Perché a volte, capiamo che la nostra strada è diversa da quella che gli altri stanno attraversando.

E allora ci sentiamo gli occhi puntati addosso! E allora ci sentiamo piccoli e desiderosi di rinunciare…

Ma perché?

Ma per chi?

Cosa concludiamo?

Nulla!

Nessuno qui tra noi ha la mappa della vita nelle mani. Nessuno può permettersi di giudicare le scelte altrui, soprattutto senza conoscere le motivazioni e aver provato e vissuto al suo posto. Nessuno può comprendere veramente ciò che sente e prova un’altra persona. Possiamo provare ad aiutarla se lo vuole. Ma per quanto empatici potremmo essere, non conosceremo mai davvero fino in fondo l’emozione che sta provando.

Per questo le scelte della vita sono soggettive!

Dovremmo tutti puntare meno il dito.

Dovremmo tutti giudicare meno e amarci di più.

Anche le mamme, giornalmente fanno delle scelte. E da quando lo diventano, non scelgono solo per loro, ma anche e soprattutto per i loro bambini. Nonostante questo, capita spesso che prendano strade e direzioni opposte tra loro.

Non c’è una scelta giusta o sbagliata. Ma ogni direzione condiziona le nostre vite. Ciò che conta è avere il coraggio di farle e poi prendersi la responsabilità di portarle avanti.

E quante volte ci chiediamo se sia quella esatta! Ma la risposta ce la darà la vita stessa. Non certo chi ci giudica!

E anche i nostri figli, un giorno, percorreranno le loro strade. Noi possiamo solo cercare di fare il massimo per offrire loro la giusta guida e il nostro sostegno. Ma potrà accadere di non comprendere le loro decisioni, di non essere d’accordo. Soffriremo si, ma dovremo lasciarli liberi… Il nostro amore non verrà mai meno, ed è proprio per questo che una volta rafforzate le loro ali, avranno da noi il libero arbitrio di volare via.

Perciò ragazzi, donne, uomini, mamme, papà, figli… Seguite i passi che indica il vostro cuore. Ascoltate i consigli di chi vi vuole veramente bene, ma poi prendete le decisioni che vi spettano.

Ci vuole coraggio in questa vita.

Ci vuole perseveranza, forza e grinta ma anche tanta fede e fiducia, per fare le piccole grandi cose di ogni giorno.

Ci vuole pazienza in questa vita, verso gli altri ma anche verso noi stessi.

Ma se imparassimo tutti a non puntare il dito e a non parlare dietro. A non giudicare, ma a tendere la nostra mano, sarebbe un mondo migliore per tutti.

Caro COVID … hai beccato proprio tutta la famiglia !

Giorni prima ci trovavamo in mezzo alla natura e, non avremmo mai immaginato che una settimana dopo, saremmo stati chiusi a casa con il covid.
E’ così che è iniziato tutto. Il primo a positivizzarsi è stato Francesco.
Una mattina, svegliandoli per portarli a scuola, ho realizzato che scottava.
Ma il giorno prima aveva corso e sudato in mansarda: non…

Continua a leggere… Su ormepassisulmondo.wordpress.com

Mamme nel mondo

Nascono dentro noi, crescono dentro noi. Per loro tremiamo e sogniamo, augurando il meglio. Quando pensiamo alla loro vita, la vediamo piena di sogni e sorrisi, bella e amabile, lontana mille miglia da qualsiasi tipo di sofferenza o difficoltà. Eppure, questo non è il mondo, non è la vita vera. Perché, nel momento stesso in cui li mettiamo al mondo, sappiamo che inizia la loro avventura e non sempre quest’ultima sarà in salita, anzi.

Ci riempiamo gli occhi dei loro sorrisi, della loro gioia e mai vorremmo vedere le loro lacrime, ma ahimè, eccole venir fuori, arrivano. E a volte fanno male. Altre volte invece servono a far bene, a far crescere e a migliorare, perché ogni sentimento nuovo è una scoperta per loro, una ripartenza. Eh si, noi mamme vorremmo tanto indicare la via e far in modo che tutto fili dritto e per bene, senza nessun capitombolo ed errore! Ma questa non è la vita vera, ne verrebbe fuori un burattino, un omuncolo senza carattere, incapace di essere se stesso, di essere una persona matura un giorno. E tutto ciò, care mamme, lo dobbiamo tenere bene in mente. Perché è giusto guidarli e tenerli per mano, ma senza camminare davanti. Sono loro quelli che devono imparare, e nel farlo devono poi lasciarsi andare. Sorreggendoli, dobbiamo lasciarli liberi di spiccare il volo. Sostenendoli, dobbiamo permettergli di cadere senza farli fracassare al suolo, ma facendo in modo che imparino ciò che è giusto e sbagliato da soli, vivendolo nella loro pelle.

Che difficile ruolo! Quante volte il nostro cuore si riempirà di sofferenza? Eppure, è questo che ci aspetta, quello a cui andiamo incontro. Parliamoci chiaro: avere un figlio è il miracolo della vita, ma allo stesso tempo ti cambia per sempre. Non vivi più per te stesso ma per lui. Non sei più tu il centro, lui è davanti ad ogni cosa. E per lui, siamo disposti a tutto, anche ad offrire la nostra stessa vita. Ci accingiamo così a percorrere questo viaggio insieme, notando quanto il tempo ci sfugga dalle mani e quanto loro crescano in fretta. Proviamo a godere al meglio dei momenti vissuti e, se in realtà questa vita frenetica che abbiamo intorno, ci fa faticare a trovarli, non ci arrendiamo e non smettiamo mai di cercarli. Nel frattempo proviamo a dar loro il meglio. E, quante volte sbagliamo cercando di far bene? Ma proviamo di nuovo, facendoci guidare dall’amore. Ed è quest’ultimo la parte più vera e importante che cerchiamo di far conoscere, l’insegnamento più grande che dobbiamo lasciare. Il punto più bello e allo stesso tempo più difficile e complicato, il perno di un’esistenza vera. Questo amore che nel mondo scarseggia, questo sentimento che dovrebbe esistere nel cuore di tutti, ma che spesso viene messo di lato, dimenticato.

Eh si, forse questo è il vero problema. Noi insegniamo ai nostri figli la bontà e la misericordia verso gli altri, ma nel mondo tutto questo paga poco o per lo meno così appare. Perché, purtroppo, viviamo in una società dove chi alza di più la voce ed è arrogante viene ascoltato, dove la prepotenza è temuta ma non messa a tacere. Dove, l’educato viene snobbato e il debole spesso preso in giro e maltrattato. E, credo più gli anni passino, più cresca l’indifferenza, i cuori si facciano duri, colmi di prepotenza.

Che bel mondo abbiamo dinnanzi! Questa è la verità, questo è ciò che si prospetta davanti ai nostri figli!

E allora cosa fare? Come possiamo fare in modo di farli crescere sereni in questa vita nonostante le difficoltà?

La mia risposta è : amando. Si amando.

Accettando qualsiasi ostacolo ci si pone dinnanzi, con forza e determinazione. Conoscendo prima di tutto i nostri limiti e poi quelli degli altri. Rendendoci conto che, chi abbiamo davanti può farci del male solo se glielo permettiamo e che, in realtà stiamo tutti camminando e percorrendo la stessa via, anche quando non ce ne rendiamo conto.

E, nonostante vorremmo solo fare in modo che i nostri figli non soffrano mai e non incontrino ostacoli durante il loro cammino, sappiamo che arriverà la caduta a farci preoccupare. Arriverà il bullo , arriverà il prepotente a farli piangere e a farci angustiare. Ma non per questo dobbiamo lasciarci andare e distruggere ciò che di buono abbiamo fatto in modo di creare.

Perché, nonostante all’apparenza e sul momento, può sembrarci di andar giù e di soccombere alla cattiveria, sono convinta che l’amore paga sempre, e lo fa al momento opportuno.

Figli miei, vorrei tanto vedervi vivere una vita felice e piena di gioie e, per farlo, vi insegnerò che il vero e unico modo è quello di avere sempre il cuore puro e la coscienza pulita. Non fatevi mai ingannare dalle facili strade piene di potere: il vero scopo deve essere sempre e soltanto ciò che detta l’amore. Solo così potrete vivere una vita veramente degna di essere vissuta.

Con amore

mamma

Mamme nel mondo
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Mamme e spannolinamento

Ogni tappa, ogni traguardo nuovo per i nostri bimbi è una vittoria e una conquista ed è motivo di crescita. Ma forzare queste tappe non fa bene ne al bambino, che si potrà sentire pressato, stressato e nervoso e ne al genitore, che ne sarà deluso e inquieto. Ogni bambino è a se ed ha i suoi tempi: noi possiamo solo star lì a guidarli e a sostenerli.

Uno dei momenti importanti della crescita di un bambino è il momento dello spannolinamento. In genere, se non ci sono difficoltà, ciò accade all’incirca entro il terzo anno di età, ma non c’è un’età stabilita. Notiamo, ad un certo punto, che il bambino inizia a controllare gli sfinteri e ci rende partecipi, nel momento in cui arriva lo stimolo, del suo bisogno. Inoltre, appare interessato alle nostre abitudini da grandi. Sta al genitore, accogliere e cogliere il momento, per aiutarlo e accompagnarlo a compiere il grande passo.

In genere si preferisce togliere il pannolino d’estate, in quanto il bambino ha pochi vestiti addosso, ma nessuno vieta di farlo d’inverno se ci si sente pronti e soprattutto se il bambino da segnali positivi e interessati verso questo passo.

Per tanto, ho raccolto per voi alcuni buoni consigli che potrebbero aiutarvi:

  • Iniziate quando percepite il bambino abbastanza pronto, quando lo vedete sereno nell’affrontare il cambiamento.
  • Voi stesse dovete essere pronte e armate di tanta, tanta pazienza.
  • Fatelo da subito sembrare come un gioco, ma non un gioco a premi. Gioite con lui ad ogni vittoria, ma il suo “premio” deve essere la gioia di avercela fatta, non un gioco o una caramella.
  • Mettetelo da subito nella condizione di essere autonomo. Usate un riduttore con scaletta o uno sgabello sotto, in modo che possa sedersi da solo e che diminuisca quella sensazione di vuoto che il bambino può provare ( se il riduttore ha i manici il bambino si sentirà più sicuro).
  • Se preferite potete usare un vasino, ma è consigliabile usare direttamente il wc.
  • Parlatene tanto e mostratevi sereni anche di fronte agli sbagli: non lo rimproverate ma fate notare cosa è successo. Tranquillizzatelo e incoraggiatelo a fare bene la prossima volta.
  • Servitevi dell’imitazione. Mostrate il vostro esempio e se esiste un fratello o una sorella maggiore coinvolgeteli, fatevi aiutare.
  • Mettetelo fin da subito nella posizione di provare ad attuare i vari passaggi:
    • spogliarsi
    • salire e sedersi nel wc (o nel vasino)
    • asciugarsi
    • rivestirsi
    • lavarsi le mani
  • Se vi rendete conto che il bambino non ha ancora il controllo degli sfinteri, non lo forzate. Semplicemente, lasciate perdere per il momento.

I miei figli hanno raggiunto questa tappa nell’estate del terzo anno di età. Ho notato la capacità di riconoscere lo stimolo ma la paura del cambiamento. Cosa ho fatto? Non ho insistito. Avevamo scelto insieme di provare a mettere le mutandine e insieme abbiamo deciso di sospendere le prove. Per entrambi, ho notato quanto questo passo indietro li ha rafforzati, dando coraggio e fiducia in loro stessi. Quando poi abbiamo deciso di riprovarci, erano veramente pronti! Ho seguito il mio istinto di mamma provando ad ascoltare mio figlio e alla fine ho avuto la stessa esperienza con tre anni di differenza!

Accade spesso che i bimbi abbiano maggiore difficoltà con la pupù, perché subentra forte quella sensazione di paura di cadere giù nel wc. Noi, abbiamo risolto piano piano con pazienza e determinazione ma soprattutto tanto amore. In ogni piccolo grande passo è questo ciò di cui hanno bisogno!

Giulio è stato aiutato e stimolato tantissimo dall’imitazione del fratello maggiore. Ma entrambi, come tutti i bambini, hanno imparato a fare una cosa nuova. Perché, per ogni tappa corrisponde ad una novità per loro ed è normale che abbiano paura! Succede a noi adulti, immagiate a dei bambini!

Per superarla, basta un gioco, una manina stretta, un abbraccio. E piano piano passa.

E anche questa è fatta.

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Mamma ti sfido

Quando ero piccola mio padre ripeteva sempre una frase che mi è rimasta impressa: “Figli piccoli, problemi piccoli. Figli grandi, problemi grandi.” Solo ora che sono mamma inizio a capirne davvero il significato!

Arriva per tutti, quel momento in cui, il proprio figlio o la propria figlia (che sta crescendo e che inizia ad avere sempre più coscienza del proprio Io) prova “fin dove può giungere la sua determinazione”, a discapito magari di ciò che il genitore in quel momento sta negando. Così un bambino, che magari poco prima accettava più facilmente un rifiuto, ora si impunta e arriva a determinare la sua richiesta nel modo in cui in quel momento gli viene più facile o diretto. Naturalmente non sempre sono modi consoni o tranquilli, ma lui, deve ancora imparare. Quello che sa, è che vuole quella cosa e prova a pretenderla in ogni modo. Ed ecco che, il genitore, si trova in difficoltà, ed accade spesso che, prenda strade e decisioni sbagliate, che sul momento possono sembrare giuste e facili, ma che non aiutano il bambino nella sua corretta crescita.

Nella mia esperienza di mamma, noto, come i miei figli, caratterialmente diversi, attraversino le varie fasi dello sviluppo. E, proprio la diversità che li contraddistingue, mi porta a cercare di trovare il giusto approccio specifico per ognuno di loro. Cosicchè, la fase del momento, può essere la stessa, ma il modo di affrontarlo diverso. Ecco perché, ogni genitore, che conosce bene il proprio figlio, deve imparare a cercare l’approccio giusto. Ciò che generalizza il metodo , però, è sicuramente, la ricerca del dialogo costruttivo e la pazienza ( tanto spesso agognata) da parte nostra.

Ed ecco che, nostro figlio, pretende quella cosa che noi stiamo negando, usando i mezzi che ha a disposizione, provando per l’appunto ad usarli tutti. Ci ritroviamo davanti un bambino che urla arrabbiato, magari violento. E non importa se siamo a casa, o al supermercato o tra amici, la situazione si presenta all’improvviso e noi dobbiamo risolverla. In quel momento ci troviamo davanti tre scelte:

  • Usare le maniere forti
  • Dare ciò che si vuole se è possibile, anche se si è contrari
  • Provare a gestire la situazione con il dialogo o a distrarlo se troppo piccolo

In genere, le prime due vie, sono le più facili e spesso le più percorse. Anche perché, ci troviamo in una società che spesso non appoggia i genitori e che vorrebbe i bambini tutti perfetti e omologati. In questo modo la madre o il padre si sentono in difetto, e attuano soluzioni veloci e senza riflettere, per bloccare il comportamento sbagliato del momento. Oppure, presi dai loro impegni, che magari non permettono perdite di tempo, cedono facilmente. Tutto questo, risolve temporaneamente il problema , ma non aiuta il figlio nella crescita e lo conduce in un direzione sbagliata: la situazione si ripresenterà quanto prima!

Ma allora come procedere?

La prima cosa importante, da fare assolutamente, è il lavoro sui noi stessi. Dobbiamo essere pronti a gestire la nostra frustrazione del momento e anche la rabbia che può far capolino. Perché entrambi sono sentimenti ed emozioni che proviamo. Ciò che dobbiamo fare, è usarle per risolvere il problema nel modo giusto. Noi, da adulti, provando a fare tutto ciò, diamo il buon esempio e, abbiamo già fatto metà del lavoro.

Lo so che non è facile e, detto tra noi, non sempre ci si riesce , ma, per il bene dei nostri figli e per la loro giusta crescita, è ciò che dobbiamo impegnarci a fare. E’ ciò che veramente ci serve e ci servirà a gestire tutto. Che poi, in realtà serve a gestire meglio ogni situazione che ci presenti la vita!

Ciò che veramente dobbiamo insegnare a i nostri figli, è che le emozioni fanno parte di noi! Che è normale provarle. Loro, piccoli, non riescono ancora a gestirle. Dobbiamo essere noi, a provare a indirizzarli.

Iniziamo innanzitutto a cercare di riconoscerle. Chiediamo al bambino se si sente arrabbiato e non neghiamogli questo sentimento. Aiutiamolo a capire che è giusto che lui si senta così e che ci dispiace che ne soffra. Proviamo, attraverso parole semplici a costruire un dialogo. Ascoltiamolo e accettiamolo nelle sue emozioni. Cerchiamo di confrontarle con le nostre e, in maniera pacata, ma decisa, cerchiamo, guardandolo negli occhi, di farlo sentire accolto.

“La mamma è qui con te”

“Lo so che in questo momento sei molto arrabbiato”

“Ti capisco”

“Troviamo insieme una soluzione”

“Mi dispiace che stai soffrendo”

Sono esempi di frasi che, possono aiutarci a metterci nella giusta posizione di approccio. A metterci in contatto con il bambino per iniziare, con lui e per lui, un dialogo costruttivo. Non pensiamo che, dire sempre di si o dire sempre di no, faccia di noi buoni o cattivi genitori. Genitori lo si diventa e genitore si cresce!

Quando il nostro bambino proverà a sfidarci, ad andare contro di noi, fisicamente o verbalmente, cerchiamo di pensare prima di agire o di parlare. Cerchiamo, se possibile, di essere da soli, o comunque, di calarci alla sua altezza per guardarlo bene negli occhi. Cerchiamo di approcciarci a lui con voce e sguardo decisi e allo stesso tempo accoglienti. Facciamo attenzione anche ai nostri movimenti. Cerchiamo di mantenere la calma, anche se dall’altra parte troviamo un muro. Spieghiamo, dopo averlo ascoltato, le nostre motivazioni e proviamo a trovare insieme delle soluzioni. Se il momento non permette tutto questo, cerchiamo di trovare una soluzione che plachi momentaneamente il tutto, affrontando però il discorso appena possibile.

I bambini imparano da ogni piccola o grande esperienza che vivono. Sono come delle piccole piantine, sta a noi innaffiarle e farle crescere bene. Se occorre, bisogna raddrizzarle, altrimenti, con l’andar del tempo, crescono storte e possono anche spezzarsi…

Se il bambino è molto piccolo e non possiamo affrontare bene un dialogo, cerchiamo di rimanere saldi nelle nostre posizioni ma di farlo sentire accolto dal nostro affetto. Prontiamoci però a distrarlo attirando la sua attenzione su qualcos’altro.

Più i miei bambini crescono e più mi rendo conto di quanto la pratica sia difficilissima spesso da attuare. Ma io ci provo, mi sforzo, ogni giorno. E non lo faccio per me, ma per loro, per il loro futuro.

Per gli uomini che un giorno saranno.

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Mamme e litigi

Spesso mi viene chiesto:- Ma i tuoi figli litigano? La mia risposta è sempre uguale:- Ma certo che litigano! Ma conoscete fratelli che non litigano? Soprattutto quando sono vicini di età, è ancora più facile. Ma accade anche quando sono lontani! Eppure, dovete sapere, che le relazioni con i fratelli sono le prime che li proiettano nella società, nel saper rapportarsi con gli altri, nelle cosiddette relazioni interpersonali. In questi primi “scambi di opinioni”, diciamo così, i nostri piccoli, imparano che ogni loro azione può avere, ed ha, una conseguenza, che ogni gesto, può non essere e non è, fine a se stesso. Imparano altresì il rispetto e l’amore vero, gratuito, puro.

Ma perché questo accada, dietro ci deve essere una guida. E la loro prima guida, siamo proprio noi genitori!

I miei bambini, adesso, hanno 3 e 6 anni. Sono in un’età in cui giocano sempre insieme, in cui dividono tutto, ma in cui litigano anche tantissimo, in continuazione! Anche per una sciocchezza! Credo, litigherebbero anche per qualcosa di invisibile!

So quanto è frustrante per un genitore stare sempre li a sentirli urlare e piangere ad ogni minuto. Quei momenti di gioco tranquillo si trasformano dopo poco in esaurimento generale!

Ebbene, ben vengano questi momenti! Da questi loro imparano, imparano la vita!

Adesso che Giulio è un pò più grande e riesce ad esprimersi abbastanza bene, io non intervengo, almeno non subito. Lascio prima che se la discutano da soli. Se vedo che la situazione degenera, sono li.

Non voglio assolutamente che si alzino le mani, ripeto sempre che si parla con la bocca e che siamo ad un metro di distanza e non c’è bisogno di urlare. Ma loro, piccoli come sono, spesso faticano a gestire la situazione, altre volte mi sorprendono.

Cerco soprattutto di spiegare a Francesco, che essendo più grande riesce a capire meglio e può gestire più facilmente le emozioni. Anche se, diciamola tutta, noi adulti riusciamo sempre a farlo? Quante volte ci lasciamo andare e sbagliamo? Quante volte siamo loro di cattivo esempio? Se ci ricordassimo sempre che il buon esempio è il primo insegnante…!

Per loro, piccoli, è tutto più difficile. Stanno ancora scoprendo se stessi e il mondo! E, anche il modo in cui ci approcciamo nel gestire la loro situazione litigio, fa la differenza.

Cerchiamo noi stessi di mantenere la calma e, proviamo, quanto più è possibile, di portarli al dialogo. So quanto può essere pesante e quanto tutto ciò si ripeta ogni volta. Ma ricordiamoci che la prima educazione si vive a casa, tra le mura domestiche!

Noi genitori, stiamo plasmando i nosti figli e il loro domani! Per quanto il carattere possa orientarli, loro sono il risultato, prima di tutto, di questo!

Ed ecco, care mamme e cari papà, che entra in gioco la nostra tanta agognata PAZIENZA ( leggi se ti va anche Mamme e pazienza)! Perché spesso, lo so, senza di lei non possiamo far nulla. E quante volte essa scappa! Lo so, siamo umani! Ma non dobbiamo giustificare il nostro comportamento sbagliato e nasconderci dietro un dito , siamo adulti! È nostra responsabilità dirigere al meglio le nostre azioni, o perlomeno cercare di farlo, ogni giorno.

Spesso, in certi momenti di forte tensione, può venire in nostro aiuto, persino un abbraccio. Anzi, come mi capita spesso, a volte è proprio questo che serve, di cui hanno bisogno. Unito naturalmente, poi, alle parole giuste per spiegare lo sbaglio, per coreggere l’errore.

E non pensate che la cosa abbia un fine! Non lo avrà mai! I fratelli litigheranno sempre, anche da grandi se è possibile! Ma ciò che farà la differenza, sarà il modo in cui sono stati cresciuti.

Ben vengano i litigi quando fanno crescere, quando portano a maturare! Quando insegnano che gestendo le cose con amore, si diventa saggi e buoni, veri donne e uomini di cuore!

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Mamme e amore fraterno

Mentre aspettavo Giulio, cercavo spesso di preparare Francesco al suo arrivo. Sapevo che, non riusciva a comprendere veramente fino in fondo, ma cercavo di raccontargli tutto come una favola da vivere ancora.

Quando Giulio è nato, all’inizio è accaduto ciò che temevo.

Avevo appena riabbracciato Francesco dopo aver partorito, lui si era appena svegliato ed era felice di trovarsi finalmente tra le mie braccia, quando dalla porta della camera entrò l’infermiera con la culletta: dentro c’era Giulio. Piangeva perché aveva fame. Allora mi feci aiutare a prenderlo in braccio e lo attaccai al seno da un lato, subito Giulio iniziò a mangiare e si calmò. Francesco invece iniziò a dire: “no no no” ! Aveva capito perfettamente che quello era suo fratello e che stava prendendo il latte della mamma anche lui, come gli avevo spiegato tante volte (vedi articolo Mamme e allattamento). Io subito con l’altro braccio cercai di attaccare Francesco, lui lo fece e si calmò. Aveva quasi tre anni.

Si, come ho raccontato nell’articolo sull’allattamento, quest’ultimo mi aiutò tantissimo, soprattutto all’inizio, con la gelosia ( vedi anche l’articolo Mamme e gelosie).

Ma Francesco all’inizio non voleva nemmeno guardare o toccare Giulio!

A casa, come ho già raccontato, con pazienza e amore sono riuscita quasi subito a recuperare il nostro rapporto, ma il loro, è nato piano piano.

All’inizio Francesco lo ignorava, poi piano piano ha iniziato ad avvicinarsi a lui.

Giulio invece lo ha amato fin da subito e già da piccolino non gli toglieva gli occhi di dosso! Le sue prime risate sono state per lui ed è lì che è iniziato il loro rapporto.

Ma in realtà, anche se, prima di questo, Francesco non si avvicinava più di tanto a lui, se qualcuno gli diceva che voleva portarsi il fratellino (qui è quasi un’usanza dirlo!) lui si arrabbiava tantissimo, non voleva assolutamente, diceva che Giulio era della mamma, come lui.

La parte più bella è iniziata quando Giulio ha iniziato ad interagire.

Ricordo Francesco davanti alla dondolina che lo faceva ridere e Giulio che moriva dalle risate!

Piano piano iniziarono a giocare insieme, anche se Francesco si lamentava perché Giulio non giocava come voleva lui. Io spiegavo che era ancora piccolo, ma che sarebbe cresciuto e sarebbe diventato il suo compagno di giochi preferito.

È stato un crescendo: più Giulio interagiva, più loro giocavano insieme e si legavano.

Li guardo ora. Sono inseparabili! Uniti più che mai! Complici in tutto!

Non riuscirebbero più a vivere l’uno senza l’altro e il loro pensiero è sempre l’uno per l’altro.

Come quando si salutano al mattino appena svegli abbracciandosi, come quando si stringono quando si rivedono dopo un pò, come quando si sdraiano vicini vicini mentre guardano un cartone (ho foto di loro piccolini nella stessa poltroncina stretti stretti!) Che gioia per una mamma vederli così!

E, figli miei, quanto spero lo siate sempre!

Perché un fratello è un compagno, una spalla, un amico per la vita! Non c’è amore più puro, vero e sincero!

Essere fratelli, avere dei fratelli è veramente il regalo più grande!

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Mamma l’amore si moltiplica

Care mamme, io ricordo ancora la gioia nel sapere di aspettare un altro bimbo e subito dopo l’avvento della paura…

Avevamo cercato un altro bambino, un fratellino o una sorellina, ma poi, quando è arrivato, guardando Francesco, mi era sembrato ancora così piccolo! Così bisognoso di me!

Ero in cucina e ricordo di essere scoppiata a piangere! Ho pensato di avere fatto una sciocchezza, mi sono sentita in colpa! Ho pensato che dovevamo aspettare ancora, che il mio piccolo avrebbe sofferto.

Ho pensato a quanto fino a quel momento Francesco fosse al centro dei nostri pensieri. A tutti quei momenti unici che passavamo e che magari non ci sarebbero stati mai più.

Ho chiamato mia madre. Tra i singhiozzi le ho detto tutto e lei mi ha subito tranquillizzata con le sue parole.

Mi ha detto che stavo sbagliando e che anzi stavamo per fare a Francesco il più bel regalo che un bambino potesse desiderare!

Io sapevo, conoscevo questa “cosa” dell’amore che si moltiplica. Ma non l’avevo ancora provata!

E, come accade a tutte, mi chiedevo, come avrei potuto amare quanto amavo già Francesco? In quei momenti non riuscivo a capirlo veramente.

Nel frattempo il pancione cresceva e mille emozioni arrivavano. Unite a mille paure su come sarebbe andata. Il mio primo pensiero era sempre Francesco.

Cara mamma, che aspetti il tuo bambino e stringi tra la braccia il fratellino o la sorellina maggiore. Non temere! Davvero il nostro cuore è così grande da allargarsi per fare spazio al nuovo nato, senza togliere un briciolo al primo!

Esattamente e quasi magicamente il nostro cuore, anziché dividersi, si moltiplica, si allarga, si espande. C’è posto per entrambi senza nulla togliere a nessuno dei due!

Li amerai allo stesso modo!

E questo accadrà ogni volta!

Mi piace vedere l’amore di una mamma, come lo specchio dell’Amore di Dio. Lui ci Ama tutti e allo stesso identico modo. Così accade a noi mamme.

Nel momento in cui il bambino che portiamo in grembo viene al mondo, ecco, ci innamoriamo nuovamente e perdutamente! Ma allo stesso tempo rimane l’amore per l’altro o per gli altri.

Muta ma non cambia! Non è un prodigio tutto questo?

Quanto è grande il cuore di una mamma!

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Auguri mamme!

Come i pilastri hanno le fondamenta, come gli alberi hanno le radici, come la terra ha sua forza gravitazionale, così gli uomini e qualsiasi specie vivente non esistessero senza un grembo che li generi e li custodisca, che se ne prenda cura fin dagli albori.

Le mamme.

Creature magiche che al loro interno danno la vita, stelle che illuminano le nostre vie.

Spesso ci si dimentica della loro importanza, di quanto fondamentale e vitale sia la loro presenza. Spesso non si capisce quanto sia grande il prodigio che accade in loro, di quanto ardore generi ogni vita. Perché le mamme sono prima di tutto dono di sé. Sono lo specchio in cui Dio stesso riflette il Suo Amore, Immenso e Puro.

E se questo mondo spesso le sottovaluta, esse rispondono continuando a proteggere, a vivere più per i loro figli che per se stesse. Continuando a nutrire, ad offrirsi in ogni momento, a donarsi gratuitamente fino all’ultima briciola.

E ci son mamme che non hanno generato o non lo hanno ancora fatto, ma che son mamme dentro. E ci son figli che hanno perso la mamma e meritano l’amore, a chi se ne prende cura con affetto materno spetta tutto il loro cuore!

In questo giorno speciale in cui le celebriamo, non limitiamoci a ricordarci di loro, riflettiamo!

Pensiamo a quante volte durante l’anno ce ne siamo dimenticate, impegnamoci a dar loro più valore. L’intero mondo ne gioverebbe!

Auguri mamme, vita della vita stessa!

Auguri a noi!

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