Mamme e allattamento a termine

Uno degli argomenti più discussi tra le mamme è l’allattamento. Poi se parliamo di allattamento a termine la risposta è sempre la stessa : – Ma veramente?!? –

Nell’articolo sull’allattamento (vedi “mamme e allattamento”) vi ho già parlato dell’importanza dell’allattamento al seno e anche di come ogni mamma deve sentirsi libera, perché sa cosa è meglio per il suo bambino e per se. Vi ho anche raccontato dell’allattamento in tandem con i miei due bambini e la fine dell’allattamento con Francesco. E oggi è su questo che mi voglio soffermare: sull’allattamento a termine. Molti pensano che il bambino non si staccherà mai dal seno, che deve essere la madre a farlo. Alcuni premono sulla madre, dicendo che il bambino è troppo grande e che tutto ciò potrà avere brutte ripercussioni sulla sua crescita o addirittura sulla sua sessualità! Altri ancora sostengono che il bambino vivrà come essere insicuro perché attaccato alla madre! Ebbene, è esattamente tutto l’opposto.

L’OMS (come abbiamo già detto nel precedente articolo sull’allattamento) consiglia di allattare fin quando mamma e bambino lo desiderano. E state certi che i bambini crescono e si staccano! Avviene, infatti, un processo “naturale”. Il bambino chiede sempre meno, fin quando non chiede più.

Mi è già accaduto con Francesco. Infatti, (nonostante io allattassi tanto Giulio che era ancora molto piccolo) egli ha iniziato a chiedere sempre meno e ad addormentarsi tra abbracci anche da parte del papà. Ha iniziato a svegliarsi meno ed a rimettersi a dormire di più con una coccola. Fin quando, (come ho già raccontato) arrivò quell’ultima notte in cui chiese il seno per l’ultima volta e nemmeno lo prese perché dormiva già! Aveva 4 anni.

Si, 4 anni! Il distacco con lui è stato lento e graduale, finché poi è diventato definitivo. È accaduto tutto da sé! E no, mio figlio da tantissimo sta lontano da me senza problemi, non ha mai fatto un pianto a scuola e vi assicuro che non ha nessun problema di tipo sessuale!

È stata dura si, pesante. Ma ho scelto di farlo per lui, semplicemente perché in fondo al mio cuore sentivo che era quella la scelta giusta (vedi anche “mamme e gelosie”).

Ma quante volte noi mamme che allattiamo a termine ci sentiamo dire che lo stiamo facendo per noi stesse? Quante volte ci dicono che stiamo facendo del male ai nostri bambini? Quante volte il giudizio di altre donne ci ferisce e ci fa sentire in colpa?

Cara mamma che desideri allattare a termine, stai facendo un regalo enorme al tuo bambino. Non ascoltare il giudizio degli altri, ascolta solo il tuo cuore e il tuo istinto che ti guida sempre. Fai quello che pensi sia giusto per voi!

L’allattamento a termine non è una passeggiata, tutt’altro! Ad esempio, accade spesso che il bambino abbia molti dentini e ci morda. A tal proposito, quando accade, cercate di anticipare. Appena sentite che il bambino sta per stringere la presa nel sonno, mettete un vostro dito dentro la sua bocca e piano piano staccatelo. In questo modo al massimo vi morderà il dito, ma evitate di svegliarlo e soprattutto di farvi male!

E poi, vogliamo parlare di tutti quelli che strabuzzano gli occhi chiedendoti com’è possibile che hai ancora latte? Un classico. Ripeto: il latte materno è perfettamente proporzionale alla richiesta del bambino! Se il bambino tira, succhia il latte, esso si riproduce. Smetterà di farlo quando la richiesta sarà nulla. Perciò non chiedete ad una mamma che allatta com’è possibile che ha ancora latte! Di certo non diventa ne acqua e ne coca cola! È latte, sempre latte di mamma. È bianco, è sempre nutriente e… sazia! Ve lo dico perché tutt’ora Giulio, quando fa colazione con il mio latte poi non vuole altro, è sazio! E lo stesso faceva Francesco.

Si, Giulio prende ancora il mio latte e ha due anni. Lo prende ormai solo la sera e a volte la notte o la mattina. Piano piano anche lui cresce e continua a staccarsi. Già da un pó non chiede più di giorno.

Non vi nego che a volte è pesante, lo è. Ma so che lo sto facendo per lui, come l’ho già fatto per il fratello. Se Dio vorrà anche con Giulio arriveremo al capolinea, non so quando, ma so che accadrà.

Rimarranno i ricordi, impressi nella mia mente e nel mio cuore. E la consapevolezza di aver scelto ciò che lui mi dettava di fare.

Care mamme, non lasciatevi trasportare da ciò che dice la gente che non conosce! Informiamoci e poi facciamo ciò che riteniamo giusto fare! E smettiamola di giudicarci a vicenda!

Ogni mamma è a se ed ogni bambino è a se. Ogni mamma percorre la sua strada insieme al suo piccolo.

Dovremmo creare una rete di sostegno tra noi invece di darci addosso! E se una mamma decide una cosa piuttosto che un’altra, rispettiamola. Sta agendo secondo la sua coscienza e nessuno ha il diritto di giudicarla!

Mamme, potremmo leggere qualsiasi tipo di manuale, ma quello autentico rimane sempre uno: quello sull’amore! Fatevi guidare dal vostro cuore, vi indicherà la strada!

Abbracciate i vostri bambini e dormite insieme finché lo vorranno! Allattate, se volete, finché ve lo chiederanno!

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Mamme e allattamento

Esiste un viaggio, un’emozione che per molti aspetti può essere paragonata alla gravidanza, anche se diverso: l’allattamento. Quando un bambino nasce, non sa di essere nato, l’unico ricordo chiaro e familiare che conosce è il battito del cuore della sua mamma, insieme alla sua voce. Ecco perché, appena nato, una volta messo nel petto della madre si tranquillizza. E accade una cosa meravigliosa, il piccolo d’istinto cerca il suo seno. Ed è da li che parte questa nuova avventura non sempre in discesa, spesso in salita e piena di ostacoli. Ma non tutte le mamme riescono ad allattare i propri piccoli. Sono tanti i motivi per cui non si allatta. Io voglio solo dire a queste mamme che siamo tutte mamme allo stesso livello. Che non esistono mamme di serie A e di serie B, ne per i parti e ne per l’allattamento. Queste mamme che non riescono ad allattare o non possono per vari motivi o altro, possono essere mamme anche migliori di chi allatta. Ciò che conta è il bene dei propri figli. E ciò che conta è anche e soprattutto la serenità di una mamma. Perché una mamma felice e tranquilla significa un bambino altrettanto felice e tranquillo.

Quando è nato Francesco desideravo allattarlo ma le cose non sono andate esattamente come volevo io. Non sono stata aiutata in questo, anzi le mie idee si confondevano sempre di più. Ciò che mi ha aiutata è stata sicuramente la mia testardaggine e il fatto che io nonostante tutto non mollassi mai definitivamente e continuassi a provarci. Francesco aveva già un mese quando un pediatra, a cui devo veramente l’allattamento dei miei figli, mi disse: “Signora scelga, o il suo latte o il latte artificiale!” Ricordo perfettamente la gioia mista a sorpresa di quel momento: io non credevo che il mio corpo potesse veramente nutrire il mio bambino perfettamente, come lo era stato già durante la gravidanza! Innocentemente lo chiesi pure. Lui mi incoraggiò ma mi disse anche che sarebbe stato difficilissimo. Francesco aveva già un mese, era abituato al biberon, il seno era per lui più una coccola, anche se il latte era arrivato. Si trattava di “ri-programmare” mio figlio e di “ri-programmare” di conseguenza la richiesta di latte del mio seno. Lui non ci credeva, io invece ce l’ho fatta. E ancora oggi mi chiedo dove ho trovato la forza e la pazienza. Sicuramente ero molto motivata, sicuramente sono anche molto testarda di mio! Ricordo ancora mio figlio che piangeva e parenti che mi dicevano di andare a farmi le mie cose che lo tenevano loro, perché lo avevo attaccato poco fa… Ed era un gran lavoro per me il mantenere la calma e capire io stessa prima di tutto che come mi aveva detto il pediatra, mio figlio si sarebbe attaccato “ogni niente” e che dovevo buttare via qualsiasi orologio, come qualsiasi altra idea. Non è stato semplice ma ce l’abbiamo fatta. Il mio seno si è calibrato alla richiesta di mio figlio. Lui poi era un gran mangione ed ha iniziato a crescere talmente tanto che il pediatra mi chiedeva se non avessi iniziato a dare anche l’artificiale! Ma ogni bambino è a se, Giulio ad esempio al contrario di Francesco cresceva meno. E la richiesta del latte si calibra esattamente alla richiesta di nostro figlio. Cosa ci vuole? Taaaaaaaanta pazienza. Soprattutto all’inizio. Una buona dose di fiducia verso il proprio corpo e il proprio bambino. Sostegno esterno, almeno un minimo. Perché allattare non è una passeggiata. E’ difficile, è stancante, a tratti logorante. Ma allattare è meglio di un paesaggio. E’ estasiante, è appagante, è unico. Ciò che conta di più, soprattutto all’inizio è anche un attacco corretto. Su questo se si hanno dubbi è meglio ricorrere a chi è di competenza. Perché spesso ragadi e fastidi vari derivano proprio da questo. E con un attacco non corretto il bambino mangia anche meno.

In un attacco corretto la bocca è spalancata , le labbra sono estroflesse, il mento tocca il seno. Invece in un attacco sbagliato è visibile molto più areola sopra la bocca del bambino.

Io ho scelto di fidarmi dei miei figli e ho scelto di farlo fino alla fine. Quando ho saputo di aspettare Giulio, Francesco aveva due anni, e prendeva ancora il mio latte. Naturalmente mangiava ormai tutto, ma per il riposino pomeridiano e per la notte cercava il mio seno. Io, informandomi, ho scelto di continuare nonostante la gravidanza ad allattarlo. Se la gravidanza è fisiologica e non ci sono problemi si può fare tranquillamente. L’allattamento mi ha aiutata tantissimo a combattere la gelosia. Quando Giulio è nato Francesco era in ospedale. Ricordo di aver riabbracciato Francesco che si era appena svegliato e non tanto di buon umore. Subito dopo è entrata l’infermiera con la culla dove c’era Giulio. Quando me l’ha dato piangeva per la fame e Francesco ha dato subito segni di nervosismo. Allora io mi sono fatta aiutare e mi sono sistemata con Giulio alla mia destra che subito si è attaccato ed ha iniziato a mangiare e con Francesco in piedi alla mia sinistra che ha iniziato a fare altrettanto. Quello è stato il nostro primo tandem. Dopo poco Francesco si è staccato. E non era più arrabbiato. Non ha accettato subito e volentieri il fratellino ma tutto ciò ha aiutato più di qualsiasi altra cosa. Lui a casa ha continuato, non come un neonato naturalmente, ma con i suoi momenti e la sera quel momento era condiviso con il fratello. Perciò diventò il nostro momento, di noi tre. E’ stato stancante? Tantissimo! Mi è capitato anche la notte di allattarli insieme, soprattutto quando Francesco è stato male. Ma ne è valsa la pena. A mano a mano Francesco è cresciuto e da solo ha iniziato a diradare le poppate. Fin quando la sera ha iniziato ad addormentarsi da solo. Chiedeva l’abbraccio. L’ultima volta che mi ha chiesto il seno è stato di notte. Non succedeva da un pò. Ho fatto per darglielo ma lui era già addormentato… E’ stata l’ultima volta. La fine del nostro bellissimo viaggio. Adesso sto allattando Giulio, ma prima o poi si staccherà anche lui forse ancor prima del fratello chissà. Lui anticipa tutto. In ogni caso anche con lui ho intenzione di fare altrettanto, di allattare a termine.

Spesso sento dire che il latte dopo qualche mese diventa acqua, che perde il suo valore nutritivo. Vi assicuro che non diventa acqua e continua a nutrire. E’ sempre latte, latte di mamma. Latte che nutre, che coccola e che protegge. Perché allattando noi proteggiamo i nostri piccoli, in quanto passiamo loro attraverso il latte i nostri anticorpi.

Allattamento per me è scambio di amore, momenti che rimarranno per sempre impressi nel nostro cuore. Ma per amare non c’è bisogno di allattare, si può amare allo stesso modo con il biberon in mano.

Perciò mamme, fate le vostre scelte, fate ciò che ritenete più giusto fare, fate ciò che il vostro cuore e il vostro istinto materno vi indica.

E sarà quella la scelta migliore, l’inizio della vostra storia d’amore più bella di sempre.

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