Mamme e spannolinamento

Ogni tappa, ogni traguardo nuovo per i nostri bimbi è una vittoria e una conquista ed è motivo di crescita. Ma forzare queste tappe non fa bene ne al bambino, che si potrà sentire pressato, stressato e nervoso e ne al genitore, che ne sarà deluso e inquieto. Ogni bambino è a se ed ha i suoi tempi: noi possiamo solo star lì a guidarli e a sostenerli.

Uno dei momenti importanti della crescita di un bambino è il momento dello spannolinamento. In genere, se non ci sono difficoltà, ciò accade all’incirca entro il terzo anno di età, ma non c’è un’età stabilita. Notiamo, ad un certo punto, che il bambino inizia a controllare gli sfinteri e ci rende partecipi, nel momento in cui arriva lo stimolo, del suo bisogno. Inoltre, appare interessato alle nostre abitudini da grandi. Sta al genitore, accogliere e cogliere il momento, per aiutarlo e accompagnarlo a compiere il grande passo.

In genere si preferisce togliere il pannolino d’estate, in quanto il bambino ha pochi vestiti addosso, ma nessuno vieta di farlo d’inverno se ci si sente pronti e soprattutto se il bambino da segnali positivi e interessati verso questo passo.

Per tanto, ho raccolto per voi alcuni buoni consigli che potrebbero aiutarvi:

  • Iniziate quando percepite il bambino abbastanza pronto, quando lo vedete sereno nell’affrontare il cambiamento.
  • Voi stesse dovete essere pronte e armate di tanta, tanta pazienza.
  • Fatelo da subito sembrare come un gioco, ma non un gioco a premi. Gioite con lui ad ogni vittoria, ma il suo “premio” deve essere la gioia di avercela fatta, non un gioco o una caramella.
  • Mettetelo da subito nella condizione di essere autonomo. Usate un riduttore con scaletta o uno sgabello sotto, in modo che possa sedersi da solo e che diminuisca quella sensazione di vuoto che il bambino può provare ( se il riduttore ha i manici il bambino si sentirà più sicuro).
  • Se preferite potete usare un vasino, ma è consigliabile usare direttamente il wc.
  • Parlatene tanto e mostratevi sereni anche di fronte agli sbagli: non lo rimproverate ma fate notare cosa è successo. Tranquillizzatelo e incoraggiatelo a fare bene la prossima volta.
  • Servitevi dell’imitazione. Mostrate il vostro esempio e se esiste un fratello o una sorella maggiore coinvolgeteli, fatevi aiutare.
  • Mettetelo fin da subito nella posizione di provare ad attuare i vari passaggi:
    • spogliarsi
    • salire e sedersi nel wc (o nel vasino)
    • asciugarsi
    • rivestirsi
    • lavarsi le mani
  • Se vi rendete conto che il bambino non ha ancora il controllo degli sfinteri, non lo forzate. Semplicemente, lasciate perdere per il momento.

I miei figli hanno raggiunto questa tappa nell’estate del terzo anno di età. Ho notato la capacità di riconoscere lo stimolo ma la paura del cambiamento. Cosa ho fatto? Non ho insistito. Avevamo scelto insieme di provare a mettere le mutandine e insieme abbiamo deciso di sospendere le prove. Per entrambi, ho notato quanto questo passo indietro li ha rafforzati, dando coraggio e fiducia in loro stessi. Quando poi abbiamo deciso di riprovarci, erano veramente pronti! Ho seguito il mio istinto di mamma provando ad ascoltare mio figlio e alla fine ho avuto la stessa esperienza con tre anni di differenza!

Accade spesso che i bimbi abbiano maggiore difficoltà con la pupù, perché subentra forte quella sensazione di paura di cadere giù nel wc. Noi, abbiamo risolto piano piano con pazienza e determinazione ma soprattutto tanto amore. In ogni piccolo grande passo è questo ciò di cui hanno bisogno!

Giulio è stato aiutato e stimolato tantissimo dall’imitazione del fratello maggiore. Ma entrambi, come tutti i bambini, hanno imparato a fare una cosa nuova. Perché, per ogni tappa corrisponde ad una novità per loro ed è normale che abbiano paura! Succede a noi adulti, immagiate a dei bambini!

Per superarla, basta un gioco, una manina stretta, un abbraccio. E piano piano passa.

E anche questa è fatta.

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Mamme non è una gara

“Ma che bel bambino, ma parla?” ” Ma come ancora non parla?” Ma cammina?” ” Eh! Mio figlio alla sua età già correva! E quanto parlava!”….. “Ma sai che hai ragione! Ma perché il mio ancora non lo fa?…” Ed ecco, tremila complessi. Che ansia! Si l’ansia! A volte, noi mamme, riusciamo solo a farci venire l’ansia a vicenda! E i confronti fra mamme, spesso si riducono proprio in questo : in una gara a chi ha il figlio più avanti! E chi non lo ha, si fa venire le paura più impensabili o i sensi di colpa più assurdi, perché pensa che il proprio figlio è… indietro!

Care mamme, ma cos’è questa gara? Di cosa stiamo parlando? I nostri piccoli, che noi stessi abbiamo messo al mondo, sono degli esseri unici e irripetibili, come unici e irripetibili sono le strade delle loro vite.

Ogni bambino ha il suo percorso, durante il quale, cresce e sviluppa le conoscenze e le capacità che gli occorrono. Senza fretta, esplora l’ambiente che gli circonda e tramite le esperienze che ogni giorno fa, raggiunge i suoi traguardi. Ma tutto questo lo fa anche e soprattutto cadendo, compiendo degli errori! È proprio così che impara il giusto modo!

Esistono dei bambini che camminano prima, altri che parlano prima. Crescendo, esistono quelli che imparano più velocemente a leggere, altri che sono bravi nel disegno o in matematica. Ogni bambino è a se!

E tutto questo da quando nasce a quando cresce e diventa adulto. Ogni uomo o donna è a se!

Ecco perché, fare paragoni tra i bambini non ha senso!

Non ha senso farli nemmeno fra fratelli! Veramente, ogni persona è a se in tutto e per tutto!

Perciò, care mamme, non paragonate i vostri piccoli ad altri!

Se vostro figlio è più grande o più piccolo, se ancora non cammina o non parla, se vuole la vostra vicinanza o non è ancora pronto per compiere o fare qualcosa di importante delle tappe della sua vita, non mettetegli fretta! Abbiate la capacità, la pazienza, la scaltrezza, l’intuito di capire che arriverà il suo momento, e che magari non è ancora quello presente.

Non mettetegli fretta, potreste avere un risultato disastroso. Fidatevi, invece, di loro! Essi, sentono la vostra fiducia, come sentono e percepiscono le vostre paure, che al contrario non fanno altro che intimorirli e inibirli!

I nostri figli, non sono trofei da esibire quando ci fa comodo e da nascondere se la cosa non ci garba! I nostri figli sono comete che brillano, ma ognuno con il suo percorso! Nostro compito è guidarli e aiutarli nel loro cammino sostenendoli e amandoli.

E, se qualcuno vi chiede? “Ma come? Ancora non fa questo? Ancora non fa quest’altro?” Diteglielo pure che i bambini non sono robot programmati per far tutti la stessa cosa e insieme!

Siamo tutti diversi e la vita non è una gara.

È una strada, un viaggio, pieno di tanti meravigliosi traguardi da scoprire.

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