Mamme e svezzamento

Per ogni bambino, che sia allattato al seno o non, arriva il momento in cui il latte non basta più. Arriva la necessità di introdurre altro nella sua alimentazione.

Il nostro corpo per vivere bene e mantenersi in forma ha bisogno di acqua, carboidrati, grassi, proteine, vitamine, minerali, fibre. Il bambino piano piano deve introdurre tutto ciò nella sua dieta.

Soprattutto se un bambino è allattato al seno è bene iniziare lo svezzamento dopo i sei mesi, perché fino a sei mesi circa il latte materno ha tutto ciò di cui il bambino ha bisogno, acqua compresa!

Verso i sei mesi si possono introdurre altri alimenti, anche se è bene non iniziare prima del momento in cui il bambino riesca a stare seduto. È bene osservare anche che abbia perso il cosiddetto “riflesso di estrusione”, quel movimento in cui tira fuori la lingua quando noi cerchiamo di introdurre il cibo in bocca. Tutto ciò infatti ci fa capire se il bambino riesca o no a deglutire bene.

Ogni bambino è diverso e ognuno ha i suoi tempi e i suoi modi. Ci sono bambini che fin da subito dimostrano interesse per il cibo, altri a cui sembra non interessare per nulla. È bene avere pazienza, piano piano tutti, chi più chi meno, inizieranno a mangiare.

Vorrei sottolineare però che, anche il latte materno è cibo e può perfettamente sostituire un pasto. Questo non vuol dire che non sia bene introdurre altro. Anzi, piano piano é giusto che imparino a mangiare tutto. Ed è bene si introduca il ferro, soprattutto verso gli otto o nove mesi, perché il latte materno ne è privo.

In genere si distinguono due forme di svezzamento :

Svezzamento tradizionale : per cui il bambino inizia a fare i suoi primi assaggi mediante le cosidette pappe. Introducendo con il passare del tempo altri alimenti omogeneizzati. Portando il tutto ad una consistenza “cremosa”. Cercando man mano che passa il tempo di introdurre tutti i vari alimenti, ma seguendo una certa regola abbastanza ferrea.

-Autosvezzamento o alimentazione complementare a richiesta: per cui il bambino inizia a mangiare a tavola insieme ai genitori, mediante pezzetti di cibo non troppo grandi e facili da afferrare con le mani. Questa pratica è nata da un pó di anni e sta via via prendendo piede. Nasce dalla convinzione che, come il bambino si nutre a richiesta dal seno materno, allo stesso modo inizia a manifestare interesse per il cibo e lo richiede. Il genitore capirà che è il momento giusto per iniziare dal fatto che il bambino vuole assaggiare ciò che mangiano i grandi. Molto importante però, come abbiamo detto, è che il bambino riesca a stare ben seduto e riesca ad afferrare il cibo per portarlo alla bocca. Penso sia fondamentale per i genitori informarsi sulle pratiche di disostruzione per essere sicuri di poter intervenire.

Con Francesco ho seguito lo svezzamento tradizionale. Lui era davvero un gran pappone! Adorava le sue pappe e piangeva quando terminavano! Ho avuto però problemi ad introdurre cibi solidi. Per lui all’inizio avrebbe potuto continuare a mangiare omogeneizzati a vita!

Quando è nato Giulio avevo letto dell’autosvezzamento ma per paura di non riuscire non ho nemmeno chiesto ed ho iniziato lo svezzamento tradizionale. Ma lui era diverso. Al contrario del fratello fin da subito ha manifestato interesse per il nostro cibo. Non amava molto le pappe e spesso dopo averne mangiato un pochino terminava poi con quello che avevamo noi nel piatto. Diciamo che ho fatto un misto con lui! Presto poi è passato direttamente al nostro cibo.

Ciò che ho notato è che, due bambini diversi tra loro, mi hanno portata ad un diverso atteggiamento.

Per Francesco all’inizio è stato facile seguire lo svezzamento tradizionale ma poi è stato difficile abituarlo al nostro cibo. Per Giulio è stato complicato per me all’inizio gestire spesso il suo rifiuto per le pappe e la sua voglia di mangiare ciò che mangiavamo noi, con le nostre consistenze. Ma è stato semplice il dopo, perché era già abituato.

Io credo che ogni mamma debba trovare il giusto equilibrio e capire cosa sia meglio per lei e soprattutto per il suo bambino.

Ma ciò che penso sia importante è che ogni bambino impari a mangiare tutto. E lo so che spesso è un lavoraccio e ci sembra di non riuscire. Ma se piano piano proviamo, applicando dei piccoli trucchetti, come ad esempio cucinare insieme, o preparare qualcosa con i loro colori preferiti, o cercare di inserire negli alimenti un qualcosa che gli piace, o dare dei nomi fantastici, magari possiamo farcela!

Chi mi segue su instagram sa quanto io ci tenga. Sa che all’inizio abbiamo inventato le “polpette di Geco” e poi tante altre cose!

E devo dire che il metodo funziona perché ultimamente abbiamo fatto tantissimi progressi davvero! (vedi su instagram stories in evidenza “ricette”)

Perché i bambini di oggi saranno gli uomini e le donne di domani. E quando si siederanno a tavola sapranno apprezzare qualsiasi tipo di cibo.

È giusto educare a tavola.

È giusto che i bambini conoscano l’importanza del cibo per il nostro corpo.

È giusto per noi adulti dare loro il buon esempio.

Cresciamo bene insieme.

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