Mamme, bisogni e co-sleeping

Quante volte noi mamme, con in braccio i nostri bimbi piccoli, ci siamo sentite dire :

-Non lo prendere subito appena si lamenta, lo vizi!

– Non lo tenere sempre in braccio, lo vizi!

-Ha appena mangiato, non lo allattare di nuovo, lo vizi!

-Deve imparare a stare nella sua culla, lo vizi!

E potrei continuare…

Ciò che spesso ancora non si conosce è che, soprattutto i neonati, non hanno vizi, hanno solamente bisogni. Ed è questo ciò che esprimono con il loro pianto. In realtà, se li osserviamo, li esprimono con tutto il corpo. Il pianto è il campanello di allarme finale!

Quando è nato Francesco, ero veramente molto inesperta e insicura e purtroppo ho fatto molti errori. Ascoltavo qualsiasi cosa mi venisse detta e mi sentivo talmente inadeguata, da pensare che chiunque potesse saperne più di me! In realtà, io e Francesco siamo “cresciuti insieme”, lui come figlio e io come mamma.

Ho letto tantissimo in quel periodo e informandomi, conoscevo sempre di più. Riuscivo ad interpretare meglio i suoi pianti e seguendo il mio istinto capivo al momento giusto cosa era opportuno fare.

Perché possiamo leggere qualsiasi manuale, che ci può aiutare, ma poi ogni mamma e ogni bambino è a se. E ogni mamma ha in se il suo istinto materno. Quell’istinto naturale che le parla al cuore e le indica cosa è giusto fare per il suo bambino.

Ogni bambino comunica con i mezzi che ha a disposizione, esprime i suoi bisogni fin dall’inizio. E i suoi bisogni non si limitano solo al fatto di essere nutrito, cambiato, addormentato…

Quando il bambino nasce, percepisce tutto come nuovo. I suoi ricordi sono limitati a ciò che percepiva e sentiva dal pancione. Ecco perché, per lui, ritrovarsi vicino al cuore della mamma e risentirne il battito, sentire quella voce che percepiva dall’interno, è come tornare al sicuro, protetto. Non è un caso che i bambini piccoli smettano di piangere in braccio alla mamma e vogliano stare con lei. Ritrovano quel limbo che li ha protetti dall’inizio! Soprattutto quando si attaccano al seno, per loro è come se tornassero dentro il pancione!

Ecco perché, in realtà non esiste solo la suzione nutritiva, esiste anche quella non nutritiva. E quando ci dicono “tuo figlio ti usa come ciuccio”, in realtà non si sta facendo altro che soddisfare un bisogno, che in questo caso non è nutritivo, ma affettivo.

Francesco nell’arco dei suoi anni, ha avuto dei momenti in cui preferiva dormire in culla e altri in cui voleva stare nel lettone con noi. Io l’ho sempre assecondato. Ho sempre notato che, seguendo i suoi bisogni, dopo un pó lui richiedeva meno. E così anche con Giulio. Adesso da un pó si addormentano in cameretta, anche se Giulio di notte richiede ancora il seno, ma capita che durante la notte (o soprattutto Francesco nelle mattinate) vengano nel lettone. Io li assecondo.

Ho sempre pensato che assecondare un loro bisogno, in questo caso il co-sleeping, cioè il dormire insieme, non faccia altro che farli crescere sereni. Perché i bambini per crescere e per crescere sereni soprattutto, hanno bisogno anche di questo. Hanno bisogno di calore, di contatto di presenza “presente”.

Potete immaginare quanto NON sia daccordo con le teorie che indicano ai genitori di lasciare i bambini nelle loro stanze, per “abituarli”, finché non smettano di piangere perché esausti e si “abituino” alla NON risposta da parte dei genitori, alla NON risposta alle loro richieste, alla NON risposta al loro bisogno principalmente di amore! Solo al pensiero scuoto la testa…

Ma è vero anche che ogni bambino è diverso e ci sono anche quei bambini che si addormentano da soli fin da piccoli, che hanno meno esigenze di altri!

Io parto sempre dalla consapevolezza che nessuna madre deve sentirsi giudicata o in errore qualsiasi scelta faccia, se pensa che quella scelta sia quella giusta per lei e per il suo bambino!

Mamma e bambino sono come due rette parallele che camminano fianco a fianco.

Un giorno il figlio correrà veloce, ma la madre sarà sempre al suo fianco quando lui vorrà.

Lo guarderà spiccare il volo e sarà felice della sua felicità.

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Mamme nel cuore

Quando l’altro giorno ho iniziato a scrivere non pensavo di rifarlo così presto. E invece eccomi di nuovo qui, pronta a scrivere di nuovo. Inizio questo percorso… E nel mio cuore sento tanta responsabilità. Ma ciò che conta è aprirlo… Lo so. Solo così posso mettere tutta me stessa. Sto per affrontare il primo argomento e penso esso sia davvero il più delicato. Da entrarci dentro in punta di piedi. Con estremo rispetto…

Ci sono mamme che stringono a se i figli al petto… E ci sono mamme che li portano dentro al cuore… Stretti per sempre in un caldo materno abbraccio. Un abbraccio lungo una vita… e oltre. Perché ci sono ragazze, donne, che un figlio lo cercano disperatamente. Mese dopo mese… E ogni mese cacciano indietro le lacrime facendosi forza. Ebbene, io penso che un figlio si inizia ad amarlo già da quando si inizia a pensarlo… Lo si immagina… Lo si sogna… Nella mente lo si accarezza dolcemente… Nel cuore lo si stringe… Una mamma inizia a sentirsi mamma da lì… E guardando gli altri bambini, pensa al suo di bimbo. Quello racchiuso in fondo al suo cuore… E spera disperatamente che esca presto da lì. Per poter gioire finalmente… Per poter sognare di stringerlo veramente! Ci sono mamme che questa gioia l’hanno avuta. Ma per poco… Poi tutto si è fatto buio… Spesso si sentono dire di non preoccuparsi. Che ne arriverà un altro… Ma loro quel figlio lo hanno amato da morire! E come possono dimenticarlo? Non lo dimenticheranno mai! Mai! Rimarrà lì. Per sempre! E… sarà diventato davvero l’angioletto più bello del paradiso come dicono… Ma loro lo terranno stretto nel cuore… In un abbraccio infinito! Ci sono donne che il desiderio ardente di un figlio lo hanno sempre avuto, ma non hanno avuto la possibilità nella vita di diventare mamme. Con tristezza si guardano indietro pensando di aver perso un pezzo importante della loro vita, di aver saltato e non aver vissuto una parte essenziale. Ci sono donne che vedono tramontare il proprio corpo senza essere riuscite a realizzare il loro più profondo desiderio… Voi, anche voi siete mamme, lo siete nel cuore! Il vostro desiderio ardente vi fa mamme! Ebbene, io auguro a te cara ragazza, donna, mamma, di non mollare! Di continuare con tutta te stessa a sperare di stringere davvero il tuo bimbo tra le braccia! A te cara ragazza, donna, mamma, che ti trovi nel buio, di trovare presto la luce! Una luce piena d’amore e di bacini umidi di bimbo… Lui, il tuo angioletto, sarà sempre tuo figlio! Nessuno lo porterà via dal tuo cuore… nessuno… nessuno… nessuno! Infine auguro a te cara donna, mamma, che con tristezza ti guardi indietro… di trovare conforto nel donarti con amore nel servizio delle tante mamme giovani e dei loro bimbi. Perché sostenendo una giovane mamma tu possa riempirti il cuore di gioia e trovare conforto e amore… Proprio quell’amore che ti è mancato! Perché care mamme, la luce della speranza non si spegne se noi non cessiamo di alimentarla. Non dimentichiamolo mai!

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Mamme e pazienza

Se c’è una cosa che noi mamme compreremmo a volte a peso d’oro quando scarseggia è proprio lei: la pazienza!

Come sapete io ho due bambini, di due e cinque anni. Giulio, il piccolo, è in un momento in cui se lo si rimprovera si impunta e di proposito fa peggio, piange, si butta a terra se non ottiene ciò che vuole. Francesco, più grande, capisce il rimprovero ma, non subito e non sempre fa quello che gli si è detto di fare e senza che lui abbia prima puntato un pó i piedi. Ma essendo più grande cerchiamo di farlo ragionare, con Giulio ancora non si può.

Intanto, io penso sia importantissimo non cedere se riteniamo qualcosa sbagliata, solo perché stanno piangendo o stanno facendo i capricci.

Con bambini piccoli come Giulio, o ancora più piccoli, è difficile far capire il perché di un no. Ma se stanno facendo qualcosa che non va, qualcosa per cui potrebbero farsi male ad esempio, è giusto dire no, anche se sono piccoli e ancora non lo capiscono.

Giulio è in una fase in cui sa cosa è un no, ma cerca di sfidarci perché, crescendo e sviluppando il suo carattere, vuole averla vinta. Così di solito dico di no e se inizia a piangere non vado da lui a dirgli “ti do quello che vuoi così smetti” . Almeno che non sia un bisogno naturalmente! Cerco invece di parlargli dicendogli che” capisco che sei arrabbiato ma ciò che vuoi non lo può avere”. Cerco di abbracciarlo e lui piano piano si calma. Allo stesso modo se siamo a tavola e lui fa qualcosa che non deve fare. Dico di no in modo fermo e poi in modo cauto che va tutto bene, ma quella cosa non deve farla.

Francesco invece ha cinque anni. È nella fase in cui inizia a sentirsi “grande”. Ed è importante distinguere bene i ruoli. Far capire che noi siamo i genitori e se diciamo no è per il loro bene. È importante il dialogo. Spiegare il perché di un no e le conseguenze del loro comportamento.

Ma torniamo a noi. Dove trovare la pazienza per tutto questo?

Io ho parlato dei miei bambini e delle loro età, ma ogni età ha i suoi “problemi” e le sue difficoltà. Penso che le difficoltà maggiori si hanno durante l’adolescenza. Quando gli ormoni fanno la loro parte e spesso vediamo i nostri figli cambiare e mutare. A volte non li riconosciamo più!

Ma come fare?

Ecco, io penso che ciò che possiamo fare è innanzitutto fare un gran lavoro su noi stessi! Un lavoro che richieda costanza e impegno. Tutti i giorni.

Cerchiamo di ricordarci che il modo in cui noi parliamo, camminiamo, viviamo, incide sul comportamento dei nostri figli.

Se noi gridiamo, loro grideranno, se noi alziamo le mani, stiamo insegnando ai nostri figli che le cose si risolvono alzando le mani. E così via..

E allora cosa fare?

Respiriamo… Soprattutto in quei momenti in cui sentiamo davvero la pazienza correre e scappare via.

Respiriamo… Cerchiamo il dialogo. Cerchiamo di farli sentire capiti, ma allo stesso modo cerchiamo di spiegare il perché di un nostro no o di un nostro rimprovero.

So che è difficilissimo soprattutto in certi momenti, ma cerchiamo di far passare avanti l’amore. Cerchiamo prima di tutto di farli sentire amati. Cerchiamo sempre di far capire che se vogliono una cosa che non si può fare, non la devono ottenere per forza. Ma spieghiamo sempre il perché, senza cedere.

Molti utilizzano le punizioni, ecco io noto che non sempre le punizioni servono. Anzi a volte creano solo più tensioni e attriti tra figli e genitori. Soprattutto se date senza un giusto dialogo, senza uno scambio di opinioni. Non servono così!

Il lavoro del genitore è davvero il più difficile, da tutti i punti di vista. E noi abbiamo un compito importantissimo, quello di crescere gli uomini e le donne di un domani.

E dei bambini cresciuti con ” i no al loro posto” ma cercando di usare pazienza, comprensione e amore, saranno persone che faranno lo stesso da grandi.

I figli sono il nostro specchio, non dimentichiamolo mai.

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La forza delle mamme

È da tanto che volevo provare a scrivere, è da molto che avevo il desiderio di farlo… Ed ora che finalmente sono qui e lo sto facendo, un turbinio di emozioni mi assale… Sta nascendo qualcosa di mio, qualcosa che esiste nel profondo del mio cuore da tanto tempo e che finalmente posso mettere nero su bianco, buttar giù…

Loro sono i miei amori, la mia splendida famiglia a cui devo tutta me stessa. Il loro amore e il mio amore per loro mi ha salvata e continua a farlo tutti i giorni. A loro devo tutto. Sono la mia vita.

In queste pagine vorrei tanto parlare dei tantissimi argomenti e temi che caratterizzano i giorni e le notti delle mamme. Vorrei tanto creare un qualcosa capace di sostenere i loro momenti più bui, qualcosa capace di sorreggere le loro fatiche e rafforzare i loro sorrisi… Mamme, quante volte ci siamo sentite inadatte e quasi perse… Sole. Ecco, io questa solitudine vorrei provare a cancellarla… Vorrei poter dirvi che ogni mamma è a se e non esiste di meglio per il proprio bambino… Tu mamma, sei la sua mamma e vai bene così come sei! Vanno bene gli sforzi che fai e l’amore che metti. Sono perfetti per lui. Tu sei perfetta per lui. Lui è perfetto per te. E non c’è di meglio al mondo! Perché è proprio questo amore per loro che sentiamo dentro che ci guida, che ci fa percorrere il giusto cammino, che ci fa fare le scelte giuste. Basta seguirlo! Per poi camminare insieme…

Sono tanti gli argomenti di cui vorrei parlare… Penso che pian piano, uno alla volta inizierò a trattarli… E spero, nel profondo del mio cuore, di poter aiutare voi care mamme, fosse solo una soltanto! Ed aiutando voi, aiuterò me stessa. Perché non si finisce mai di imparare. Ve lo dice una semplice mamma imperfetta. Forse la più imperfetta di tutte!

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La bambina che scriveva le favole

C’era una volta una bambina che amava scrivere le favole. Le scorrevano veloci dalla mente, scendevano giù sulla penna cancellabile e dritte sul foglio del suo quaderno. Le inventava con una velocità pazzesca e felice le rileggeva. A volte scriveva poesie e spesso si isolava e leggeva libri in continuazione. Poteva stare tutto il giorno a leggerli! In questo modo la sua mente allenata viaggiava nella fantasia, spesso in un mondo tutto suo di bambina spensierata.

Quando iniziò a crescere e l’adolescenza prese in lei il sopravvento non lasciò la lettura, scriveva diari, ma iniziò anche a comporre musiche, con note e parole. Soprattutto quando arrivò la sua prima vera cotta! Il ritornello di quella canzone se lo ricorda ancora!

Poi crebbe. E a volte quando si cresce tutto si fa più complicato. Abbandonó la sua lettura, la sua musica, ma spesso scriveva di getto in posti segreti, dove poteva svuotare il cuore e stare meglio.

E diventò grande, si laureò e sposandosi formò la sua famiglia. Poi diventò mamma e scelse di dedicarsi ai suoi bambini.

Ma in realtà la scrittura non l’aveva mai abbandonata. C’era sempre qualcosa che la portava a scrivere, in qualsiasi parte, in qualche modo, ma a farlo.

Così un giorno, spinta dal suo amore che la appoggiava, decise di tentare… In fondo non c’era cosa che le venisse più facile come quella di gettare le sue emozioni su un foglio, come quella di farle scorrere via dal dito che pigia sulla tastiera, come quella di imprimerle per sempre in qualche maniera.

Perché adesso quella bambina, quell’adolescente, quella ragazza è una donna. E oggi compie 35 anni.

E se si guarda intorno, gli occhi le si riempiono di lacrime di gioia e gratitudine, perché è felice.

Ma ha capito che, se scrivere le da tanto, riuscire a donare agli altri attraverso i suoi scritti le dà mille volte di più.

Perché in questa vita, che spesso ci butta giù, non dobbiamo mai smettere di provare a rialzarci, a sorridere e a sperare.

Perché nulla accade per caso e in fondo quella bambina che scriveva le favole è ancora qui.

Auguri a me.

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Andrà tutto bene

Notte di aprile 2020, notte di una primavera che fa capolino, notte di un mondo che continua a scorrere, notte di una vita che sembra al declino.

Notte di genitori che pensano al futuro, notti di bimbi nei loro lettini, notte di donne e uomini negli ospedali, padri e madri che lottano al fronte della vita.

Notte di giovani pieni di vita, notte di nonni e di zii che amano i nipotini, notte di decisioni tra le alte cariche, notte di gente che cerca di ripartire.

Notte di cuori che battono forti, notte di cuori che non riescono più.

Notte di sguardi, notte di mani, notte di preghiere urlate, notte di lacrime versate.

Notte di lacrime asciugate, notte di sorrisi dietro mascherine, notte di esclamazioni di sollievo, notte di ringraziamenti verso il cielo.

Notte di paura, notte oscura, notte buia, notte mia, notte di una mamma che scrive una poesia.

Ma avete mai visto una notte durare un’eternità? Arriverà il giorno, prima o poi busserà.

Farà capolino dalla finestra, entrerà il sole a riscaldarmi tutta.

Ed è così che questa notte andrà via. Non sarà eterna questa agonia.

Teniamoci forte ai sogni durante questa notte, il giorno verrà e spalancheremo le porte.

E allora correremo felici, saremo di nuovo insieme.

Andrà tutto bene!

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L’anima di ognuno

C’era una bambina davanti casa mia, se ne stava alla sua finestra, aveva gli occhi tristi e la testolina appoggiata ad una coperta stesa sul davanzale. Quegli occhi non riesco a dimenticarli, credo siano gli stessi occhi della mia anima e gli occhi di centinaia e migliaia di anime.

È notte, ma io non dormo, devo scrivere ciò che ho dentro, devo svuotarmi un po’. Stasera Francesco ha chiesto al papà quando finalmente potremo uscire e io non gli ho mentito: ancora dovrà passare molto tempo purtroppo e dobbiamo sperare e pregare che tutto vada bene. I bambini hanno bisogno del nostro amore ma anche della verità, detta dolcemente, ma bisogna dirgliela. Ed ora sono qui a cercare di spegnere questo fuoco dentro, perché a loro non lo faccio vedere ma in realtà ho il cuore pieno di tristezza e paura. Ed io ho la fortuna di stare a casa con i miei figli, in questi giorni anche con mio marito. Penso ai miei cari che non vedo già da settimane e al timore che gli possa succedere qualcosa. Penso a tutte quelle donne che il marito ce l’hanno lontano, magari sono incinte e lui per proteggerle e per proteggere i figli e i genitori è rimasto lì. Penso a tutti quei ragazzi lontani dalle loro famiglie perché per senso di responsabilità sono rimasti e al cuore di quei genitori. Penso a quelle madri e a quei padri che lavorano in ospedale, che rischiano ogni minuto e i loro cari non li vedono se non per pochissimo tempo o neanche quello. Penso a tutte quelle persone sole in ospedale, che stanno soffrendo e non sanno se potranno tornare a vivere un giorno. Penso a chi ha già perso i loro cari… Poi penso a questo mondo, a quanto era bello quando ero piccola e correvo felice tra i fiori della campagna. Alla primavera che sta avanzando ma non possiamo nemmeno vederla. Le lacrime scendono dagli occhi perché il cuore è pieno di angoscia e timore. Il mio dito scorre. Che tempo stiamo vivendo? Ci rendiamo conto davvero di quello che stiamo vivendo, del pericolo che stiamo correndo tutti? Ci rendiamo conto della responsabilità che ognuno di noi ha verso il prossimo?

Io non lo so che succederà nei prossimi giorni, prego che tutto questo possa finire il prima possibile, ma non nego che credo che se tutte le persone non cambieranno le loro coscienze non riusciremo a salvarci. Cerchiamo di riflettere, tutti rivogliamo la libertà che avevamo prima. Ma non ci sarà nessuna libertà se ognuno di noi non farà la propria parte di sacrificio.

Facciamolo per quella bimba che guarda triste e immobile. Io credo che quella bimba sia l’anima di ognuno.

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La forza delle mamme

È da tanto che volevo provare a scrivere, è da molto che avevo il desiderio di farlo… Ed ora che finalmente sono qui e lo sto facendo, un turbinio di emozioni mi assale… Sta nascendo qualcosa di mio, qualcosa che esiste nel profondo del mio cuore da tanto tempo e che finalmente posso mettere nero su bianco, buttar giù…

Loro sono i miei amori, la mia splendida famiglia a cui devo tutta me stessa. Il loro amore e il mio amore per loro mi ha salvata e continua a farlo tutti i giorni. A loro devo tutto. Sono la mia vita.

In queste pagine vorrei tanto parlare dei tantissimi argomenti e temi che caratterizzano i giorni e le notti delle mamme. Vorrei tanto creare un qualcosa capace di sostenere i loro momenti più bui, qualcosa capace di sorreggere le loro fatiche e rafforzare i loro sorrisi… Mamme, quante volte ci siamo sentite inadatte e quasi perse… Sole. Ecco, io questa solitudine vorrei provare a cancellarla… Vorrei poter dirvi che ogni mamma è a se e non esiste di meglio per il proprio bambino… Tu mamma, sei la sua mamma e vai bene così come sei! Vanno bene gli sforzi che fai e l’amore che metti. Sono perfetti per lui. Tu sei perfetta per lui. Lui è perfetto per te. E non c’è di meglio al mondo! Perché è proprio questo amore per loro che sentiamo dentro che ci guida, che ci fa percorrere il giusto cammino, che ci fa fare le scelte giuste. Basta seguirlo! Per poi camminare insieme…

Sono tanti gli argomenti di cui vorrei parlare… Penso che pian piano, uno alla volta inizierò a trattarli… E spero, nel profondo del mio cuore, di poter aiutare voi care mamme, fosse solo una soltanto! Ed aiutando voi, aiuterò me stessa. Perché non si finisce mai di imparare. Ve lo dice una semplice mamma imperfetta. Forse la più imperfetta di tutte!

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